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9 Maggio 2025La porcellana giapponese ha una personalità tutta sua, come solo i giapponesi sanno imporre alle loro produzioni e alle loro tradizioni.
L’arte della porcellana arriva in Giappone nel 1500. Siamo nel pieno dello shogunato di Toyotomi Hideyoshi (eh sì, proprio quel Toyotomi Hideyoshi che tutti noi amanti del Tè giapponese purtroppo conosciamo bene!) che porta all’unificazione del Giappone e con le sue mire espansionistiche invade anche parte della Corea. Ed è proprio dalla Corea che arrivano le prime porcellane di cui la nobiltà giapponese si invaghisce, tant’è che la guerra di Bunroku e Keicho viene conosciuta anche come “Guerra della ceramica” proprio perchè la ceramica è un movente commerciale importante. I signori feudali richiamano quindi in Giappone molti ceramisti coreani per riprodurre le loro meravigliose porcellane.
Il più grande risultato lo ottiene Nabeshima Naoshige, daimyö di Hizen, che porta in patria il ceramista coreano Ri Sam-pyeong intimandogli di riprodurre in terra nipponica la perfezione della porcellana bianca coreana.
Ri Sam-pyeong impiegherà 12 anni per trovare la terra bianca ideale per la produzione delle sue porcellane. E la trova ad Arita, nella prefettura di Saga, dove nasce la prima fornace di una fortunata serie. Le porcellane di Arita diventano popolarissime in Giappone e la loro peculiarità è il colore bianco con una leggerissima venatura indaco ottenuta miscelando al caolino una tintura indaco gosu.
Il clan Nabeshima monopolizza la produzione di porcellane ad Arita e istituisce l’ufficio del magistrato di Sarayama per gestire tutta la produzione, dalla qualità dei materiali agli artigiani autorizzati alla sua produzione..
In questi anni nasce ad Arita lo stile Kakiemon o porcellana Kakiemon, una porcellana che farà la storia. Prende ispirazione dalla porcellana della “Famiglia verde” cinese, ma ben presto se ne discosta e raggiunge una sua precisa caratterizzazione. La sua base è bianco latte, detta “Nigoshide” e presenta dei disegni particolari e riconoscibilissimi, spesso rami e fiori di Ume molto dettagliati e precisi, di colore verde acqua, blu e rosso. Il suo fondatore è Kakiemon Sakaida che, oltre a creare queste meravigliose decorazioni, introduce per la prima volta un nuovo pigmento di colore rosso arancio che sarà rappresentativo di questa porcellana e che è conosciuto ancora oggi come “rosso Kakiemon”.
Questa porcellana influenzerà moltissimo la produzione europea che inizierà alla fine del 1700 quando anche gli europei vengono a conoscenza della porcellana, principalmente dalla Cina. Ma sarà anche la Kakiemon giapponese ad influenzare molta produzione occidentale, compresa quella di Meissen in Germania, una delle più prestigiose in Europa, al punto che si è creato un gemellaggio Meissen – Kakiemon per l’utilizzo di questo stile decorativo anche nelle porcellane di Meissen.
In Parafarmacia è possibile acquistare dei pezzi di porcellana Kakiemon a tiratura limitata. Non sono presenti sempre, ma quando li abbiamo, si possono trovare tra i nostri accessori.