Come il Tè influisce sull’assorbimento del Ferro

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Diversi studi ormai, sia in vitro che in vivo hanno dimostrato che il Tè, in relazione al suo contenuto in polifenoli, riduce l’assorbimento del Ferro. Ma andiamoci per gradi, perchè non tutto oro ciò che luccica!

Partiamo dal dire quale sia il ruolo principale del Ferro nel nostro organismo.

Il Ferro è principalmente impegnato in reazioni di cessione di elettroni per

  • Respirazione cellulare (reazione mitocondriale)
  • Trasporto di O2 nei vari distretti dell’organismo

Alcune volte in queste reazioni si assiste alla formazione di Radicali liberi, molecole altamente instabili e reattive che in questo caso, portano alla perossodazione di numerosi lipidi, soprattutto lipidi di membrana, con una conseguente alterazione delle membrane cellulari che si traduce in numerosi deficit, soprattutto a livello neuronale.

Ecco che qui subentra il ruolo positivo dei polifenoli del Tè, che aiutano a neutralizzare l’azione di questi radicali. Quindi se da una parte il Tè porta ad una diminuzione dell’assorbimento del Ferro ( ma poi vedremo che non sempre è così), dall’altra ne neutralizza alcuni suoi effetti potenzialmente dannosi.

Principali sintomi di un deficit di Ferro?

Sono soprattutto problemi a livello della performance si a fisica che mentale:

si osservano principalmente stanchezza, disturbi della memoria, diminuzione della scioltezza del linguaggio, parole che tardano ad essere verbalizzate.

Come il Tè blocca l’assorbimento del Ferro?

Principalmente per azione dei suoi polifenoli i quali chelano gli ioni ferro a livello sia dello stomaco che, soprattutto dell’intestino (reazione favorita dal pH meno acido) e ne ostacolano il suo trasporto di membrana. Quindi ecco che, come dicevamo prima, le molecole che sono implicate nella neutralizzazione di molti effetti secondari indesiderati del Ferro sono anche quelle che ne ostacolano l’assorbimento. Si è visto tra l’altro che il Tè nero, per via dei polifenoli complessi Teaflavine e Tearubigine, ha un potere chelante maggiore rispetto al Tè verde.

Ma come possiamo agire per evitare che ciò avvenga?

No, la soluzione non è non bere più Tè, ovviamente!

Si è visto innanzitutto che l’azione chelante (ovvero sequestro del Ferro in questo caso da parte dei polifenoli) in seguito alla quale il Ferro non è più disponibile per essere assorbito attraverso i suoi specifici trasportatori di membrana, è riservata solo al Ferro non eme e non al ferro eme. Questo significa che solo il ferro libero viene chelato, quello legato all’eme si assorbe normalmente (in quanto segue un iter di trasporto differente). Di conseguenza, se l’alimentazione è completa, quindi se si mangia anche della carne, il problema si riduce tantissimo. Inoltre si è visto che è sufficiente che il Tè e il ferro non siano ingeriti insieme, bastano già una o due ore di distanza per neutralizzarne gli effetti. Questo ad esempio nel caso in cui si debbano assumere integratori a base di ferro che, ovviamente, contengono solo Ferro non eme. Basterebbe assumerli ad un paio d’ore di distanza dal Tè, magari prima di andare a letto.

Di fatto chi assume integratori di Ferro è una persona con sideremia bassa (poco Ferro), e sono proprio queste le persone maggiormente colpite: diversi studi hanno dimostrato infatti che persone con livelli normali di Ferro e con un’alimentazione equilibrata, non risentono affatto degli effetti del Tè sull’uptake di Ferro.

Quindi l’unico problema che si pone è rivolto solo a persone anemiche o con predisposizione all’anemia. Queste dovrebbero fare più attenzione e magari bere il Tè più lontano dai pasti, ammenochè non abbiano ingerito carne, allora, come abbiamo detto, il Tè non interferisce con l’assorbimento del Ferro, ma anzi ci aiuta solo a neutralizzarne gli effetti secondari.

A proposito di tali effetti, dobbiamo considerare che, ovviamente, anche un eccesso di Ferro nell’organismo non è gradito. Questo infatti porta ad un aumento della perossidazione dei lipidi di membrana, reazione che è stata collegata all’insorgenza di fenomeni di invecchiamento cellulare, ma non solo, anche alla comparsa di alcune patologie neurodegenerative. In questi soggetti quindi il consumo di Tè è altamente consigliato, soprattutto perchè i Polifenoli in esso contenuti aiutano a neutralizzare gli effetti nocivi delle reazioni di perossidazione.

A questo proposito diciamo anche che il consumo di Tè è suggerito in tutti quei soggetti con patologie da accumulo di Ferro, come le talassemie e l’emocromocitosi.

Bere consapevolmente vuol dire anche questo!